lunes, 29 de agosto de 2011

Il latte di mandorle


La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

Nazim Hikmet - Alla vita

Mio padre e mia madre hanno piantato ulivi a quasi settanta anni, e anche mandorli, peri, ciliegi e quercie e fichi. Ognuno di noi ha un albero: mia figlia ha un ciliegio, mio nipote ha una quercia.Io ho scelto un mandorlo e spero che la vita pesi di piú sulla bilancia, cosí come ha pesato per loro che dopo tanto girare in lungo e largo per il mondo, hanno messo salde radici.

La ricetta di questo latte di mandorle é quella descritta da Claudia Roden nel sui libro "La cucina del medio oriente e del nord africa" ed é uno sciroppo da diluire con acqua.


Ingredienti:

  • 250 gr di mandorle
  • 1 litro di acqua
  • 1 kg di zucchero
  • 2 cucchiai di fiori di arancio
Pelare le mandorle sommergendole per due o tre minuti un acqua bollente, lasciarle raffreddare e poi pelarle strofinandole con un telo o schiacciandole tra indice e pollice.
Triturare le mandorle finemente con un mixer.
Mettere le mandorle triturate in un telo sottile distribuendole all'interno.
In una terrina ampia versare l'acqua e adagiare il telo con le mandorle per almeno una o due ore. Ogni tanto strizzare il telo e strofinarlo in modo che si estragga tutto il "latte". 
Quando non esce piú liquido bianco strizzare per un'ultima volta fortemente l'involucro.
Trasferire il latte di mandorle una pentola, aggiungere lo zucchero e far bollire fino a che si sia sciolto. L'impressionante quantittá di zucchero é necessaria per poter conservare lo sciroppo.
Continuare a cuocere la preparazione mescolando di tanto in tanto fino a che non si addensi e veli il cucchiaio.
Versare l'acqua di fiori di arancio e dopo un paio di minuti spegnere il fuoco.
Lasciare raffreddare e trasferirlo in bottiglie lavate e asciutte e tappate ermeticamente.

Adesso potere godere di questa deliziosa bevanda mediterraneo tutto l'anno.




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L'ingrediente: la mandorla

Il mandorlo é un piccolo albero che a me richiama il mediterraneo.
E' un albero generoso e timido,  dopo il dono di  una meravigliosa fioritura bisogna arrivare al nocciolo per trovare un piccolo tesoro: la mandorla.
La mandorla dolce é l'ingrediente segreto di tante torte e dolci, é l'anima del marzapane e del torrone, festeggia matrimoni e nascite vestita di zucchero.
Con le mandorle si produce una farina deliziosamente senza glutine, crude sono uno snack croccante, salate possono dare il tocco in piú a primi e secondi.
In versione amara é deliziosamente pericolosa: contiene glucosidi cianogenetici ed é quindi piuttosto velenosetta, ma se finsice negli amaretti ci da una leccornia senza glutine e con la sua nota amara aromatizza dolci e liquori.
Se si é molto golosi si puó spalmare l'olio di mandorle sul corpo e si ha una pelle idratata e soave.

Il latte di mandorle é la bibita del mediterraneo, fresca, saporita, nutriente ed é puro nettare di questi semi generosi. E' dissetante e tonificante. 

Ci arriva direttamente dal medioevo, attraverso gli scambi con il mondo arabo e poi nel felice periodo della dominazione araba nella penisola iberica e in Sicilia. 
Da quella commistione e unione di gusti medio orientali e europei ci arrivano dei grandi capolavori della pasticceria a base di mandorle e questo latte che era ideale anche per i periodi di digiuno prescritti dalle due religioni, la cattolica e la mussulmana.
Con il latte di mandorle si realizzano strepitose granite che sono .
Per i vegani e vegetariani é un ottimo sostituto del latte sia dal punto di vista nutrizionale che organolettico: é ricco di acidi grassi monoinsaturi, vitamina E, fibre, e proteine.





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Il libro: LA CUCINA DEL MEDIO ORIENTE E DEL NORD AFRICA di CLAUDIA RODEN, ed.Ponte alle Grazie, collana il Lettore Goloso



"Ogni ricetta nasconde una storia". Questo potrebbere essere in sintesi l'approccio di una delle piú brave food writer che conosca. Mica per nulla inaugura la collana "Il lettore goloso" diretta da Allan Bay,altro grande scrittore goloso.
Claudia Roden é nata al Cairo nel 1936 da una benestante famiglia ebrea, riceve una formazione cosmopolita,  appartiene a un elite  cosmopolita, raffinata e colta, che ha prosperato  In Egitto a che era formata da un crogiulo di genti e religioni, e  che ho avuto il piacere di conoscere tanti anni fa, quando con la mia famiglia abbiamo vissuto per un periodo in Alessandria.
Studia in Europa e ne 1956 con la crisi di Suez le impedisce di tornare in Egitto, data la tensione etnica e raziale del momento.
La ricerca dei sapori e dei ricordi é il motore che la spinge a ricostruire un patrimonio culinario ricchissimo e che dalla sua famiglia sfuma verso tutto il medio oriente e il maghreb
La prima edizione del libro é del 1968 ed é una pietra miliare per capire, conoscere e apprezzare una cucina che ha una antichissima tradizione, dove sono presenti le lussuosissime preparazione imperiale dei turchi, la raffinatezza dei sapori marocchini e iraniani, e la semplicitá delle preparazioni delle zone meno ricche di scambi.
E' una cucina che evoca odori, spezie, profumi, dove si declinano il dolce, il salato, l'agrodolce e il piccante. 
Ogni ricetta e ogni sezione del libro é preceduta da annotazioni storiche, etnografiche, anedotti e racconti che trasferiscono molto bene anche il contesto umano in cui si godono questi cibi e in particolare l'umore e l'ironia mediorientale.
Nell'interessantissima introduzione la Roden descrive anche gli ingredienti meno comuni e le mescolanza di spezie e i condimenti che non sono diffusi nei nostri paraggi.
Claudia Roden é autrice anche di una monumentale opera sulla cucina ebrea che seguendo la diaspora in tutto il mondo raccoglie le ricette delle varie comunitá israeltiche: 
The book of jewish food. Di quel libro c´é da parlare tanto e da quel libro abbiamo preso questo Pudding di mele


9 comentarios:

Stefania Oliveri dijo...

Bellissima l'idea di piantare un albero per ognuno di voi... io non vedo l'ora di avere un pezzettino di terra per piantare fichi, melograni, limoni, aranci e perhé no, un mandorlo!
Smack

acquaviva dijo...

Ho entrambi i libri della Roden che citi (quello sul Medioriente del '68 nella seconda versione dell'85 edita in italiano da Vallardi) e concordo assolutamente con te: sono delle vere bibbie.
In quanto al piantare alberi... la tua saggia famiglia è di certo parente del contadino provenzale raccontato da Jean Giono!

vickyart dijo...

purtroppo nn ho potuto piantare alberi alla nascita dei miei figli ma ho acquistato e curo dei ficus benjamina che mi piacciono tantissimo! buonissimo il latte di mandorle, i fiori d'arancio dovrebbero dare un pizzico in più al latte già di per se molto profumato! ciao buona giornata!

Glu-fri dijo...

@Stefania: si gli alberi sono stati un regalo enorme....Bacione

@acquaviva: questo libro mi ricorda poi un pomeriggio speciale...Ah a mia figlia hanno regalato una strepitosa ediziona del libro di Giono !! Sempre telepatiche noi !!

@Ciboulette: anche io ho i libri negli scatoloni.....e quanto mancano, ti capisco !! Hai ragione senza le mandorle non c´é dispensa ed so che anche in puglia ci sono delle mandorle eccezionali !! Un bacione (anche al piccolo..;-) )

@vickyart: i ficus sono alberi bellissimi..si qui a Buenos Aires hanno dimensioni enormi ...L'acqua di fiori di arancio é un tocco "medio orientale" e volendo si puó togliere...Baci

MilenaSt dijo...

Il latte di mandorla da noi è una ricetta della tradizione che si preparara sopratutto per i bimbi, ma non si mette l'aroma d'arancio ...

Anónimo dijo...

ciao da piccola mio padre strapiantava il pino per fare l'abero... poi finite le feste lo riportava in montagna e lo ripiantava!!! ora il bosco è pieno di pini alti e maestosi tutti in fila uno più alto dell'altro cresciuti con me, con la mia famiglia!!! è bello salire in baita epassaggiare nel mio sottobosco!!! baci

Glu.fri cosas varias sin gluten dijo...

@Milena: si in Italia non c´é l'aroma dei fiori di arancio, questa é proprio una versione medio orientale..Ma davvero si dava soprattutto ai bambini? In effetti éun'ottima merenda, da riscoprire !!

@dolcipensieri: che racconto fantastico !! Mi ha incantata questa storia, come in un bosco magico !! Baci

Serena dijo...

Anch'io, se dovessi scegliere un albero da piantare, sceglierei il mandorlo e spero di trovare la forza, a 70 anni, di continuare a vivere come se la mia vita fosse più forte della vecchiaia che incombe

Günther dijo...

che bella la storia degli alberi, questo latte e belle e profumato :-))

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